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martedì 6 febbraio 2018

Recensione: BLACK KISS di RAFFAELLA V. POGGI


La recensione di oggi è di Barbara che ci racconta le vicende dei Black Kiss, una band di giovani irriverenti, sboccate e sexy rock star del momento...
L'autrice è italianissima, Raffaella V. Poggi, sarà riuscita a sorprendere la nostra blogger? Andiamo a scoprirlo... 
Dimenticavo... alla fine della recensione troverete un piccolo estratto inedito che l'autrice ha voluto condividere con le sue lettrici! Buona lettura!


TITOLO: BLACK KISS

AUTORE: RAFFAELLA V. POGGI

EDITORE: NEWTON COMPTON

GENERE: CONTEMPORARY ROMANCE

DATA DI USCITA: 03 FEBBRAIO 2018


AUTOCONCLUSIVO


I Black Kiss sono una rock band. Irriverenti, ricchi, famosi e tatuati, sono abituati ad avere tutto ciò che desiderano. Paul Garrison, frontman e chitarrista, con la sua Gibson Les Paul incanta milioni di fan; è abituato a prendere tutto quello che vuole, quando vuole e come vuole. E adesso vuole Amy. Stephen Jensen, batterista e autore, ha il pallino dei felini… e non solo. Bobby Price... be’, lui è quasi normale, ed è il tastierista. E le loro ragazze? Nulla hanno da invidiare a quei “signori”, anzi. Non resta che leggere le loro storie e scoprire perché si chiamano Black Kiss…

Oggi vi parlo di un libro che per me è stato una vera rivelazione.
Si tratta di Black Kiss di Raffaella V. Poggi.
Inizio con dirvi che non ero molto convinta nel leggere questo libro perché erroneamente la casa editrice ha indicato un numero di pagine davvero esiguo (100)  e poi trattandosi di storie  d’amore dei componenti di una band pensavo fossero troppo poche le pagine… insomma pensavo fosse un buco nell’acqua…
In realtà più le pagine scorrevano velocemente più l’autrice mi faceva entrare nella vita della band e dei personaggi (numerosi) che satellitano intorno ai tre componenti.
Parliamo dei Black Kiss, tre ragazzi irriverenti, sexy, sboccati e più casinisti  del panorama rock del momento.


La band è formata da: Paul cantante e chitarrista, Bobby tastierista e Stephen batterista.
Come se non bastasse la band è amministrata dal figo manager e amico Jason Woods “Woody” nonché capo supremo della JWA Agency.
Il libro, come spiega l’autrice nell’introduzione, è composto dalle storie dei vari personaggi, ogni capitolo è un POV di uno dei protagonisti che vi racconta qualcosa di sé.
L’autrice ammette che avrebbe potuto scrivere un libro su ognuno di loro tirando fuori una serie interminabile ma ha voluto rendere la cosa più leggera e  vi assicuro che il risultato è strabiliante.
Vorrei premettere che siamo di fronte a una rock band, il linguaggio è sporco, le scene di sesso sfrenato sono diffuse ma ben collocate… ma di questo ve ne parlerò dopo, iniziamo per gradi.
Il romanzo inizia con il POV di Amy Winters, una neolaureata in economia che si fa convincere da sua coinquilina di confraternita Lily a partecipare a un concerto della rock band del momento, i Black Kiss.
Amy non è molto convinta ma l’insistenza dell’amica la porta ad accettare.
Amy esce da una storia zavorra con un suo ex professore, fidanzato con un’altra che non si decide a lasciare. 
Nel dopo concerto Amy si fa trascinare nel backstage e viene subito notata dal frontman della band,  Paul Garrison un figo pauroso che la convince a seguirli a un party privato nella loro camera d’albergo.
Amy si butta in questa avventura, pronta a partire il giorno dopo per tornare a casa dai suoi e iniziare una nuova vita.
Quella che doveva essere una notte da una botta e via in realtà appare da subito come qualcosa di più.
A questo punto io ero già in agitazione.
Se la Poggi mi avesse proposto 100 pagine di colpi di fulmine avrei fatto volare il kindle dalla finestra e invece ho continuato e ho scoperto che le pagine in realtà erano quasi 250 e le altre coppie sarebbero state composte da personaggi che già si conoscevano o che avevano già avuto dei contatti in passato. L’interesse da parte di uno o dell’altra, già è esistente, basta solo una spinta da parte del destino o il coraggio  di uno a fare il primo passo.


È il caso di Nina Wójcik  “Stage” e  Stephen Jensen  “Steve” il batterista della band.
Nina ovvero Stage come la chiama Steve è la stagista della JWA Agency che si dovrebbe occupare  di varie organizzazioni per il gruppo, in realtà fa la babysitter/badante a Steve.
Lei da sempre pende dalle sue labbra, è la sua tuttofare, spesso si trova in situazioni davvero imbarazzanti (molto divertenti), accettando persino la presenza di altre donne “groupies”, pensando di essere indifferente a Steve, ma così non sarà…
Woody il manager e amico dei ragazzi della band, organizzerà le vacanze natalizie presso lo chalet di montagna  dove incontreremo tutti i personaggi.
Come Barbra “Bonnie”, amica da sempre di Woody, con la quale ha avuto una storia, viceprocuratore distrettuale, primo vero amore… ma diciamo pure anche l’ultimo.
Si presenterà allo chalet con il fidanzato avvocato.
Poi c’è Bobby il tastierista che da sempre è innamorato di Amanda, la sorella minore di Woody  ma lei sembra non averlo mai capito.
Insomma, ne vedremo delle belle, non posso e non voglio raccontarvi nulla!
I personaggi saranno tanti e tutti molto interessanti con il proprio ruolo preciso in questo romanzo che contribuiranno a renderlo veramente uno spasso per le lettrici che come me si faranno trascinare in questo vortice di seduzione, passione e tanta ironia!
L'amicizia fra i componenti è la protagonista principale intorno a cui ruota tutto.
Non abbiate paura: i pov e la narrazione sono talmente ben esposti che non perderete il filo.  Tutte le vicende che hanno portato insieme le varie coppie verranno ampiamente descritte attraverso i pov e nessuno verrà escluso.
E il tutto verrà raccontato con i giusti tempi che vi permetteranno di prendere confidenza con tutti i protagonisti, anche quelli secondari.
Piuttosto arriverete alla fine quasi dispiaciute che tutto si concluda.
Avrete gli epiloghi per tutti e come me sicuramente avrete una coppia preferita.
Ritengo che l’autrice sia riuscita nell’intento di creare un romanzo davvero romantico, erotico, divertente ed emozionante senza troppe pretese ma che con me ha raggiunto lo scopo.


Mi è piaciuto davvero tanto, non riuscivo a staccarmi dalle pagine contenenti dialoghi esilaranti, equivoci  e tanto ma davvero tanto sesso  scritto bene e senza fronzoli.
L’autrice mi ha lasciato a bocca aperta ma non solo, alcune scene sono davvero da doccia fredda! Non mi aspettavo questa passionalità ben descritta e così bollente da questa autrice che ho sempre pensato  brava sì,  ma non immaginavo così… diretta!
Sono sicura che si sia divertita a scrivere questo libro!
Quindi brava, bravissima Poggi che hai creato questo romanzo che nonostante la molteplicità dei personaggi non dimenticherò così in fretta e brava Newton Compton che ha visto giusto.
Un'unica raccomandazione, non vi fermate alle prime pagine se credete di leggere qualcosa di banale perché le apparenze ingannano, non sarà così e dopo mi ringrazierete!
Facciamo una scommessa?





Estratto


Due anni prima…

Stephen “Steve” Jensen

“Eccola! È arrivata”. Cerco di non farmi notare, ma la osservo. “Nina…”. Nina, si chiama; ha un cognome impronunciabile.
Quella testa piena di ricci biondi è una calamita per miei occhi. Se mi avvicino abbastanza posso toccarli. Ieri mi ha mollato uno schiaffone sulle dita…
Non sembra interessata alle mie proposte.
Anzi, non ha proprio capito che ci stavo provando.
È vergine, lo ha detto suo padre. Come cazzo si fa ad arrivare vergine a ventun anni?
Una vergine… non me la sono fatta mai, neppure Aileen in seconda media. Lei non era vergine.
E quello stupido di Dalton continuava a punzecchiare, a prendere in giro perché Aileen Cooper non era proprio Charlize Theron, ma me la dava e me la ridava. E chi ero io per rifiutare?  L’ho pestato per bene, Dalton, e poi le ho date a tutti quelli che sono arrivati a soccorrerlo. Era il mio migliore amico e mi ha perdonato tre giorni dopo, quando l’occhio blu ha cominciato a diventare verdino.
Una vergine… chissà com’è?
«Steve!»
«Sì?». Mi volto di scatto, Woody mi sta chiamando. «Stiamo aspettando te». Ora devo proprio sedermi alla batteria. La sala d’incisione è piccola, lei sta per uscire, ma devo toccarle i ricci: è una missione, la mia. Deve uscire ma io sono davanti alla porta, ho fatto il giro largo per ostruirle la strada.
«Scusa, permesso». Cerca di scansarmi usando il portablocco che ha in mano per evitare il contatto con il mio corpo, non vuole toccarmi; siamo vicinissimi. Chino il volto e lo avvicino a quello di Nina.
Lei sfugge il mio sguardo, e si volta leggermente di lato.
È imbarazzata. È tutta rossa. Mi scappa da ridere: chi cazzo arrossisce, al giorno d’oggi? Devo trattenermi dal riderle in faccia.
«Devo uscire, voi dovete suonare», mi sussurra.
«Sì, infatti, stiamo per suonare, e tu che ci fai qui?». La sto provocando, voglio vedere come reagisce.
«Sto lavorando», risponde piccata.
«Lavorando? Che fai, le pulizie?»
«No! Lavoro per il signor Woods!»
«Woody?», chiamo, mi giro verso gli altri. «Lavora per te, questa qui?»
«Sì, l’ho assunta per uno stage, mi sembra di avertelo già detto», risponde Woody e ride. Ha capito.
«Allora, Stage, resta pure», concedo, e non mi scosto.
«Stage?! Non mi chiamo Stage!».
«Okay, Stage, ma non urlare che ti si scompigliano i ricci», e glieli tocco, finalmente. Sono soffici, chiarissimi, sembrano fiocchettini di seta; inspiro, ma in realtà l’annuso: percepisco un profumo delicato di fiorellini di campo, sicuramente fiori celesti come i suoi occhioni che brillano di rabbia, e avverto un sentore dolce e secco di polvere di… “Fata… Nina, sei bella come una fata”, penso ammaliato, strofinando tra i polpastrelli i fili morbidi dei suoi capelli ricciuti.
La fata, però, usa il portablocco per colpirmi la mano e farmi mollare la sua ciocca.
«Ahi!», mi lamento. Non mi ha fatto niente ma voglio farla sentire in colpa. «Sei violenta, Stage».
«E tu sei più delicato di una mammola, Jensen…».
«Mi chiamo Stephen», la interrompo.
«E io sono qui per lavorare. Se non sbaglio, pure tu, quindi spostati, Jensen, e datti una mossa».
«Agli ordini!», rispondo pronto, ridendo; batto i tacchi e mi porto la mano alla fronte facendo il saluto militare. “Io ti scopo, fata!”, penso, “e la mia è una missione”. Mi spunta un sorrisetto soddisfatto quando mi scosto per lasciarla passare. La voglio da quando le ho piantato gli occhi addosso, la settimana scorsa.
«Un bel tipino!», dice Bobby. Paul ridacchia e mi studia.
«Lascia le tue manacce lunghe lontano dalla mia assistente. Non voglio che scappi via urlando: ho bisogno di una mano», sbraita Woody, scocciato.
«E chi la tocca?», ma in me sento una voce malefica che risponde: “Io! Ti tocco io, Stage. Non preoccuparti che vergine, lo resti ancora per poco”.  




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2 commenti:

  1. Grazieeeeeeeeeeee! lo so che sono ragazzacci ma sono così felice che ti siano piaciuti!!!
    Grazie, grazie di <3 per le bellisse parole!!

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    Risposte
    1. Grazie a te di averceli fatti conoscere! La cosa che più mi fa piacere è che non sono l'unica a pensarla così...quindi direi che è tutto merito tuo! ;-)

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