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sabato 23 luglio 2016

RECENSIONE: NON POSSO ESISTERE SENZA DI TE di VIRGINIA DELLAMORE



Salve Readers, oggi parliamo di self publishing e di quello ad alto livello. Virginia Dellamore ha scritto altri due, favolosi, Historical Romance, ma quando pensiamo che meglio non si possa fare lei ribalta questa nostra convinzione stupendoci con sempre maggior bravura e professionalità. Il romanzo è schizzato in cima alle classifiche Amazon poche ore dopo la sua pubblicazione. Possiamo quindi affermare che la qualità emerge sempre e viene premiata dal pubblico. Lo ha letto per noi Caterina, andiamo a scoprire quali sono le sue impressioni.



TITOLO: NON POSSO VIVERE SENZA DI TE 

AUTORE: VIRGINIA DELLAMORE

GENERE: HISTORICAL ROMANCE

EDITORE: SELF PUBLISHING

DATA D'USCITA: 6 LUGLIO 2016

AUTOCONCLUSIVO




Inghilterra, 1814. È una gelida notte di novembre, nel Northumberland, quando Ophelia Northon, sedici anni, lunghi capelli rossi, un’aria da folletto e un’anima romantica, sgattaiola fuori dalla sua camera in segreto. Il batticuore del primo amore la accompagna mentre raggiunge Joshua, il ragazzo dei suoi sogni, in procinto di partire per un paese lontano. Intende fargli un giuramento, assicurargli che lo aspetterà fino al suo ritorno, e donargli se stessa come pegno della propria promessa.
Purtroppo non arriva a destinazione: lungo la strada, un incidente imprevisto infrange ogni suo sogno, trasformando le speranze in chimere. Per giunta, il responsabile della sciagura che si abbatte sulla sua vita è qualcuno che lei già detesta: Lord Philip Percy, nipote ed erede del conte di Alnwick, un ragazzo arrogante, superbo e scontroso.
A distanza di otto anni da quella tragica notte, Ophelia è una giovane donna disillusa che vive isolata in un remoto villaggio scozzese. Non ha mai smesso di pensare a ciò che è accaduto, immaginando la vita desiderata insieme a Joshua e detestando Philip con tutta l’anima.
Ma cosa accade se il destino decide di rimescolare le carte?
Inaspettatamente, in forza di una strana disposizione testamentaria, Ophelia deve tornare in Inghilterra. Ad Alnwick si ritrova ad affrontare i fantasmi del passato: incontra di nuovo Joshua, appena rientrato dall’America, e Philip, ormai diventato conte, sempre più sprezzante e perfino più detestabile di quando era ragazzo. Riuscirà, Ophelia, a colmare il tempo perduto, recuperando i propri sogni, nonostante le profonde ferite impresse nella sua anima e nel suo corpo? 
E se, nel frattempo, i sogni fossero cambiati? Se l’amore, quello vero, avesse altri progetti per il cuore? 
Un romanzo sul valore delle prime impressioni, sul senso di colpa, il perdono e il riscatto. La storia di una passione fortissima e di un sentimento assoluto che travalica il tempo e l’apparenza.





Questo è il terzo romanzo storico per Virginia. Bè, per chi avesse letto i precedenti, li dimenticasse. Si cambia registro. Malgrado l'autrice sia indubbiamente piaciuta per il suo modo frizzante, moderno e romantico di scrivere, qui trova il coraggio di rompere tutti gli schemi usati fin'ora.




Questo libro è intenso, emozionante, realistico, drammatico, romantico e molto molto altro.
Il linguaggio utilizzato, i personaggi rappresentati sono perfetti e danno l'impressione al lettore di trovarsi realmente in quei tempi e in quei luoghi. 
Posso azzardare dicendo che a tratti avevo quasi l'impressione di leggere un libro della Austen.
In questo libro viviamo i protagonisti, ci mostrano tramite i loro pensieri, i loro gesti le loro emozioni tutte le loro debolezze, le paure e i punti di forza.
I protagonisti vivranno un episodio tragico che segnerà le loro vite in giovane età, e dovranno imparare a sopportare il fardello che grava su di loro, anche se per motivi differenti.






Ophelia, la protagonista femminile, vive una vita marchiata dalle colpe della madre, ma malgrado tutto è una ragazza spensierata. Purtroppo la vita la pone di fronte ad un ulteriore prova che la segnerà per sempre.
Philip, che dire di lui se non che è perfetto, è un degno figlio della sua epoca. Un personaggio che mi fa fortemente pensare alla penna della Austen. Aristocratico, con tutti i difetti che questo comporta, è altero, cinico, sprezzante. E' stato cresciuto con lo scopo di essere il degno erede di una grande casata, per questo il suo primo pensiero è sempre la dinastia, il suo sangue, la sua discendenza e la sua provenienza. E' stato cresciuto per ricoprire quel ruolo e non potrebbe essere più perfetto di così. Direi che è il personaggio più complesso e forse quello che era più difficile da delineare e da rendere credibile. 
Joshua invece è la spensieratezza, l'eroe buono e romantico, il principe azzurro che arriva sempre nel momento del bisogno a salvare la fanciulla. 
Ma sarà davvero così? 
I riferimenti storici sono inseriti alla perfezione, non distraggono dalla storia, non disturbano, ci sono e svolgono il loro dovere. Non essendo un trattato di storia, l'autrice li pone sapientemente nei punti giusti e ognuno di noi può coglierli e, volendo, approfondirli ma senza doversi sorbire all'interno del libro una lezioncina come purtroppo troppo spesso accade a discapito dei personaggi e della storia.





Lo schema narrativo è molto complesso, l'autrice inizia con un solo punto di vista quello di Ophelia, direi che l'escamotage di inserire solo più tardi il punto di vista di Philippe spesso mediante dei flashback è vincente perché ci permette di capire, solo andando avanti, la complessità dei personaggi e delle vicende. In questo modo le intricate vicende e la vera natura dei personaggi si rivela ai nostri occhi solo man mano. I flashback ci aiuteranno a capire più a fondo le passioni e a svelare i segreti e gli inganni dei protagonisti. 
Voi capirete che questo tipo di narrazione associato a un linguaggio molto ricercato è difficilissima da gestire, una scrittrice alle prime armi non potrebbe mai sostenere una cosa del genere.
Ho delle serie difficoltà a trasmettervi le emozioni che scaturiscono dalla lettura. I personaggi sono talmente intensi e così ben delineati, anche se non da subito, che è una continua scoperta.
Ma la cosa che colpisce di più, è come questo libro riesca a tenerti incatenata, non scade mai nel banale, ha un ritmo costante che non presenta mai cali d'intensità, una narrazione fluida e scorrevole malgrado il linguaggio utilizzato. 
Le schermaglie verbali dei protagonisti, la lenta presa di coscienza dei loro sentimenti è tutto rappresentato in una maniera talmente perfetta che stupisce.




Questo romanzo è delicato e rude insieme, introspettivo e ricco di tensione emotiva. L'ho adorato e mi ha stupito dalla prima all'ultima riga. 
L'unica cosa che mi sento d'aggiungere è che non si può perdere un libro del genere e in questo caso sto parlando a tutti, non solo alle amanti del genere. Lo consiglierei senza dubbio alcuno.





4 commenti:

  1. Mi è piaciuto più di quanto potrò mai tradurre a parole.
    Non è un erotico, ma nelle scene di intimità ho trovato una grande sensualità.
    È perfetto.
    È straordinario.
    È uno di quei libri che mi ricorda il motivo per cui amo leggere un po' tutti i generi: per provare l'esaltante sensazione che prova chi scopre un diamante in mezzo a un mucchio di cocci di vetro.
    Complimenti a Virginia Dellamore che mi ha inflitto più volte la deliziosa sofferenza che solo poche elette riescono a procurarmi.
    Un solo rammarico. Averla scoperta adesso.
    Ma è una mancanza a cui porrò presto rimedio, dato che ho già preso e mi accingerò presto a leggere i due precedenti.

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  2. Bellissimo...sono sempre più convinta che dietro lo pseudonimo ci sia un autrice capace...

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  3. Salve! Ho trovato per caso questa recensione; non conosco l'autrice, ma leggendo la trama mi è venuto in mente "Tess dei d'Urbervilles", con Axel ed Angel nel ruolo dei due rispettivi protagonisti. I romanzi sono vagamente simili? Perché, a dire la verità, sono a caccia di un lieto fine =D

    Comunque, mi ha incuriosito tantissimo la frase:"Nessun luogo può darti germogli se dentro hai un inverno". Appartiene al libro :) ?

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