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giovedì 24 marzo 2016

TUTTO BRUCIA TRANNE TE: LA VERITÀ HA SEMPRE DUE FACCE di CRISTINA ORIGONE


Non si può giudicare una storia se non si conoscono entrambe le versioni dei fatti. E ogni storia ha due visioni, due vissuti, due facce. Non puoi conoscere per davvero la storia se non le hai sentite entrambe. Questa è la storia di oggi, quella di Marta, ma non è solo lei a raccontarcela.


TITOLO: TUTTO BRUCIA TRANNE TE: LA VERITÀ HA SEMPRE DUE FACCE

AUTRICE: CRISTINA ORIGONE

GENERE: CONTEMPORARY ROMANCE

EDITORE: SELF PUBLISHING

AUTOCONCLUSIVO



Marta Bini, ossessionata dai ricordi della morte del padre, decide di trasferirsi a Genova per scoprire la verità e ritrovare una persona che fra i suoi ricordi la turba più di tutti: Alberto Bottero, un affermato docente universitario. Marta diventa una sua studentessa e, inaspettatamente, i due si innamorano. È l’inizio di una morbosa storia fra allieva e insegnante, una relazione di sesso malato e di ossessioni in cui Marta appare fragile e con una scarsa autostima, apparentemente soggiogata da un uomo forte, carismatico, con una sicurezza di sé quasi sfrontata. O forse no. Perché la verità ha sempre due facce. Ci sono aspetti inquietanti che emergono col progredire della vicenda e col mutare della prospettiva. 
La stessa storia, infatti, raccontata dal punto di vista del professor Bottero, ha un risvolto molto diverso. 
Chi sta dicendo la verità? 
“Tutto brucia tranne te” è un romanzo appassionante, originale, in cui le emozioni tengono incollato il lettore fino alla fine della storia. Per poi ricominciare.



La storia di cui vi parlerò oggi è un libro di Cristina Origone, un libro che mi ha piacevolmente stupito. Non credevo di imbattermi in una storia così intensa, questa scrittrice è riuscita a catturare il mio interesse non solo per la storia ma anche per la sua scrittura che mi ha tenuta in sospeso fino all'ultima pagina. 


Tutto brucia tranne te, è la storia di Marta una ragazza all'apparenza come tante altre. Si trasferisce a Genova per studiare, ma non solo, si trasferisce a Genova per seguire la sua ossessione, il professore, Alberto. La “fissazione” per questo uomo ha radici lontane, Marta ha un passato turbolento, una famiglia assente, una madre che dopo la morte del padre non la considera più, una donna che ripudia sua figlia, una mamma che lei non chiama più tale ma solo Agata. Tutto ha inizio a Torino, Marta viene lasciata molto spesso in compagnia del professore, vicino di casa, mentre la madre sbriga delle commissioni, il rapporto che ha con il padre è il classico rapporto di amore padre/figlia, finché qualcosa si spezza. Un incendio, la morte del padre e la vendetta che cova dentro la spinge a seguire il professore a Genova. Perché Marta è convinta che lui sappia la verità su cosa è realmente accaduto. Marta ci racconta di questo rapporto malato, asfissiante che la lega a questo uomo. Un rapporto che provoca in lei molti turbamenti, angosce, un rapporto che per Marta è troppo difficile spezzare.


Emerge in modo chiaro che Marta soffre, che c’è qualcosa che non dice, ma lei sembra non rendersene conto. Vive la sua vita come spettatrice, i suoi racconti sono confusi, a tratti ti accorgi della sua mancanza di lucidità nel ricordare, ma il dolore che si porta dentro è forte, lo senti, la sua sofferenza è palpabile. Ho intuito dopo varie pagine che c’era qualcosa che non tornava, questo rapporto con il professore era qualcosa che trascende un rapporto malato, dietro si nascondeva qualcosa di più. Marta descrive il professore come un uomo che la perseguita, che non le lascia respiro, talmente bravo a mentire e a manipolare la mente delle persone da far dubitare loro tutto ciò che credono. I pochi amici che ha, ignari di cosa realmente si celi dietro la esortano a denunciarlo, ma lei non lo fa mai, Marta da lui vuole la verità. 


La storia è narrata in POV alterni, la scrittrice ci racconta la stessa storia da due punti di vista differenti senza per questo cadere nel banale. Se con il punto di vista di Marta il personaggio del professore appare come un mostro dal punto di vista di Alberto emerge tutt'altra verità. La storia del professore è completamente l’opposto di quello che Marta ci aveva fatto credere, una verità che riesce a far luce su tanti dubbi che mi erano venuti. Il comportamento di Marta risulta strano e poco chiaro, i suoi momenti di poca lucidità nel ricordare mi avevano portato a mille supposizioni e, quando il professore inizia a raccontare la sua verità ho iniziato a capire. Non posso svelare altro, devo però ammettere che questo libro mi ha conquistata, è viscerale, ti porta a farti tante domande che solo alla fine avranno una risposta anche se qualche dubbio ancora ce l’ho. Non so a quale verità credere, sicuramente Alberto racconta una storia che ha più credibilità a livello psicologico, ma ci sono dei dubbi su questo uomo che ancora mi restano.
La scrittrice ha creato dei protagonisti particolari, non puoi non immedesimarti nelle loro vite, ti coinvolgono, ti catturano, non è una storia d’amore è la storia di come la mente di una persona distorce la realtà, di come la troppa sofferenza induca il cervello a crearsi un’altra visione dei fatti. 
Non c’è niente di questo libro che non mi sia piaciuto, vi consiglio caldamente la lettura, chissà a quale verità voi crederete… 


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